RAZIONALE SCIENTIFICO
La maggior parte delle ferite ha un decorso rapido verso la guarigione; in alcuni pazienti tuttavia, nonostante le cure mediche ed infermieristiche, il decorso è particolarmente lungo e complesso e non sempre evolve in guarigione. In tali casi le ferite possono andare incontro a complicanze gravi o possono essere causa di decesso. Queste lesioni hanno un impatto negativo sulla salute fisica e psichica e più in generale sulla qualità della vita dei pazienti, sono inoltre, causa di ricoveri prolungati e di consumo di risorse importanti, con rilevanti ripercussioni sul sistema sanitario in termini organizzativi ed economici. Le lesioni di difficile guarigione possono essere acute (traumi, ustioni), croniche (ulcere da pressione, ulcere diabetiche, ferite deiscenti, ferite infette), ferite chirurgiche (trapianti di cute, lembi, preparazione del letto della ferita).Allorché dimostrate efficaci e sicure, le tecnologie innovative per il trattamento delle ferite di difficile guarigione risultano di grande interesse per l’impatto positivo che potrebbero determinare sul sistema sanitario, sull’organizzazione dei servizi, sui pazienti e le loro famiglie. I primi studi sperimentali di laboratorio evidenziarono come l’impiego di medicazioni in schiuma, alle quali veniva applicata una pressione negativa creata, fosse in grado di promuovere la formazione del tessuto di granulazione e la conseguente riparazione tissutale delle ferite. Le modalità attraverso le quali l’applicazione della pressione negativa ad una ferita può aiutare il processo curativo sono date dalla retrazione della ferita, dalla stimolazione della formazione del tessuto di granulazione, dalla pulizia continua della ferita dopo debridement chirurgico, dalla rimozione continua di fluido interstiziale e dalla riduzione dell’edema interstiziale. La retrazione della ferita mediante applicazione di pressione negativa rende i bordi più vicini e, allo stesso tempo, applica uno stress meccanico al tessuto. Lo stress applicato esternamente permette di creare micro deformazioni nelle cellule con conseguente produzione di messaggeri cellulari responsabili dell’aumento della sintesi della matrice e della proliferazione delle cellule intorno alla ferita. L’essudato che si accumula nella ferita può meccanicamente comprimere i capillari locali e restringere il flusso del sangue nella ferita: la sua rimozione riduce l’edema del tessuto e permette il flusso del sangue nell’area della ferita. Il sistema che permette di realizzare tale modalità è in genere costituito da moduli quali una apparecchiatura di dimensioni, forme e materiali variabili da fabbricante a fabbricante che contiene; un modulo di interfaccia e di controllo per operazioni di “input / output” dei dati, in genere costituito da display per la visualizzazione delle operazioni da effettuare, dei parametri impostati e del valore dei parametri erogati (tipicamente il valore della pressione espresso in mmHg) e da tasti per la selezione delle funzioni; una pompa che genera pressioni negative, impostabili a diversi valori; un contenitore per la raccolta dell’essudato (canister), comprensivo di filtri; una parte applicata alla ferita (schiuma o garza) di dimensioni e forme variabili in funzione della ferita da trattare; un tubo generalmente in polietilene integrato nella parte applicata che veicola l’essudato al contenitore di raccolta. La schiuma è ricoperta da un film trasparente che impedisce ai batteri di raggiungere la ferita e “sigilla” l’area della lesione permettendo la creazione del vuoto. Possono essere anche utilizzate garze antimicrobiche. Una volta applicata, la garza viene ricoperta da un film trasparente adesivo, che anche in questo caso “sigilla” l’area della lesione. Un tubicino, con la parte distale inserita direttamente nella medicazione, permette di veicolare, grazie al vuoto creato dalla pompa, l’eccesso di essudato in un contenitore (canister) a bordo dell’apparecchiatura. Questo contenitore è collegato alla pompa del vuoto che fornisce pressione negativa, continua e intermittente, regolata a seconda della lesione. La pressione negativa viene applicata con valori nel range di 5-125 mmHg (pressioni più alte sono possibili a seconda dei dispositivi).
PROGRAMMA SCIENTIFICO
8.00 8.15
Registrazione partecipanti
8.15 9.00
Presentazione del Corso-Obiettivi formativi
Prof. M. Testini 3355370914
Saluto delle Autorità
Ammiraglio Cosimo Nesca
I SESSIONE
9.00 9.20
Sepsi e Shock settico
Dott. M. Cervellera 3382290970
9.20 9.40
Damage control resuscitation
Dott.ssa D. Benefico 3389362283
9.40 10.00
Damage control surgery: utilizzo dei device a pressione negativa
Dott. G. M. De Luca
10.00 10.20
La nostra casistica
Prof. F. P. Prete 3334435745
10.20 10.40
La terapia iperbarica
Capitano Dott. Fiorenzo Fracasso 3355693122
10.40 11.00
Addome complesso e chiusura della parete
addominale Dott. F. Vittore 3491659796
11.00 11.20
Device a pressione negativa nelle complicazioni della chirurgia maggiore
Dr. Francesco Pata -chiedere numero a Prof. Bruno Nardo
11.40 12.00
Tavolo Rotonda: Intervengono gli esperti:
Prof Filippo Ferrarese, Prof. Bruno Nardo 3470783648 Prof.ssa A. Gurrado, Dott. , Dott. Egidio Milano, Dott. G.Catalano, Dott. N. Mustacchio, Dott.ssa C. Lacatena, Dott. Vincenzo Damiano 3338780236, Dott. P. Massimilla 3357387961 CHIEDERE A DONNOLA QUALCHE ALTRO NOME.
12.00 14.40 Pausa
II SESSIONE
14.40 15.00
Device a pressione negativa nelle ferite infette
Dott. G. Donnola
15.20 15.40
Prevenzione delle infezioni e delle complicanze del sito chirurgico e gestione dell’open abdomen
Dott.ssa E. Poli 3498789589
16.00 16.20
Nuovi orizzonti, dall’ospedale al territorio. Vac therapy e nuovi presidi
Dott.ssa A. Morgese 3394617680
16.20 16.40
Terapia con device a pressione negativa: mito o realtà?
Dott.ssa C. Farilla 3356353913
16.40 17.20 Consegna in aula dei test finali chiusura lavori
8
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